Lettera di Publio Plinio a Domizio Rufo (280 dc)
“Carissimo, ti auguro con questa epistola di trascorrere un buon Natale del Sole. Non so da voi, ma qui a Mediolanum ormai lo festeggiano tutti: persino i cristiani! Sì, anche quella setta di santoni pseudoebrei, gli adoratori dei crocefissi, dopo qualche resistenza ormai si sono decisi a festeggiare come tutti gli altri.
Non c’è che da apprezzare la saggezza del nostro grande imperatore Aureliano, che volle rendere ufficiale la festa, l’ottavo giorno prima delle Calende di Gennaio.
Noi cittadini dell’impero siamo diversi per lingua, razza e religione,
ma tutti siamo scaldati dallo stesso Sole, che dopo il freddissimo Solstizio d’Inverno
ora ricomincia timidamente a riallungare le giornate. Né Aureliano
volle inventarsi una Festa di sana pianta, ma lungamente studiò il
problema coi suoi collaboratori, scoprendo che la festa della Rinascita
del Sole è la più universale; anche se alcuni lo chiamano Mitra, altri Elagabal, altri Helios: in fin dei conti è sempre lo stesso per tutti, e tutti ugualmente ci riscalda.
Solo i cristiani, nella loro superstizione, sono
convinti di non adorarlo. Ho appreso da un mio servo, che partecipa
alle loro riunioni, che pure loro mangiano gli stessi dolci impastati
con frutta candita e miele: ma non per festeggiare il Sole a
cui devono la frutta e i fiori, bensì la nascita del loro Dio, o
profeta (essi non hanno chiara la distinzione tra i termini), Gesù Cristo.
Confesso di essere affascinato dall’ignoranza che nutrono per la loro
stessa religione. Avendo dato un’occhiata, per curiosità, ai loro libri
sacri, so bene che in nessun giorno del calendario è fissata la data di nascita del loro eroe.
Stavo quasi per dirlo al mio servo, ma a che pro? Non sa leggere. Ma
lasciamolo pure mangiare il suo pane dolce e i suoi canditi, anche se
ignora l’autentico significato di ciò che fa”.
Peccato sia un falso
RispondiEliminalo sospetto anche io, ma il messaggio è quello. Cmq hai qlc info in più?
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